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@YOURS, #lefotodiclara e il racconto del mio tempo ritrovato.


ECCO CLARA.


Finalmente la vedo. Sullo schermo del mio pc.

Noto subito il suo sorriso spontaneo e la sua voce tranquilla.

Entriamo immediatamente in sintonia. Nessun silenzio da riempire, nessun momento scontato.

Tutto da scoprire.

Felice di raccontarmi a lei.

Felice di essere raccontata da lei.


Clara fa la fotografa. Clara è un di quei profili che quando viaggi in Instagram ti incantano per la poesia con cui racconta persone, gesti, stagioni, paesaggi, momenti, dettagli. Con le sue immagini parla. Con i suoi scatti emoziona.

Clara bussa alla mia porta ed entra nella mia casa virtualmente. La connessione diventa immediatamente reale.


Quello che più colpisce di Clara è il profondo desiderio di conoscere il suo interlocutore. Per raccontarlo alla perfezione ha necessità di scoprirlo.

Come un fiume in piena mi lascio andare e racconto la mia vita, le mie emozioni e forse anche qualche segreto. So che lo saprà custodire. So che quando mi descriverà con le sue fotografie, io lo ritroverò lì, in qualche dettaglio, fermo, discreto, ma presente.

Clara si lascia anche scoprire. Racconta dei suoi studi al DAMS. La sua vita trascorsa per un tempo a Bologna. L’amore per il teatro e per tutto ciò che è arte.

Descrive la sua passione per la fotografia e come questa si è trasformata in lavoro.



Clara ha apprezzato il tempo lento della quarantena e la possibilità di condividere spazi e momenti di vita con suo marito. Dice apertamente di amare la sua terra, la Val di Fassa, e la natura che la avvolge. Non ha avuto tempo per annoiarsi e anzi, anche i momenti più lenti sono stati in grado di regalarle intuizioni. Tra queste appunto @YOURS, il progetto che ci ha fatte incontrare e con cui Clara Coser racconta le vite di tante persone in questi giorni “particolari” attraverso scatti fatti con la reflex, ad un monitor, durante chiamate via Skype.

Di Clara mi piace il suo "dedicarsi". Clara vuole perdersi e ritrovarsi nei propri incontri, nei propri scatti. Da qui capisci che ama il proprio lavoro e che per lei la fotografia è puro sentimento.

Quando inizia a scattare mi mette completamente a mio agio anche mentre la intravedo nel mio schermo, al buio, e io resto incorniciata nel mio piccolo riquadro da videochiamata.


Mi lascia libera di esprimermi al meglio. Si capisce immediatamente che è una professionista. Di improvviso mi sento in un set. Perdo il controllo, ritorno bambina. Ho voglia che mi descriva. Desidero che mi veda come mi vedo io, come mi sento io. Con i miei pregi. Con i miei difetti. Con le mie caratteristiche. Semplicemente per ciò che sono e con la sua poetica.


Clara interagisce non solo con me, ma anche con i miei figli e con mio marito. In questo modo ritrae tutta la nostra famiglia. Ha già percepito le nostre particolarità, i nostri segni distintivi. Ha già capito chi tiene allegri, chi si preoccupa, chi è vulcanico e chi è osservatore. Ha già percepito la grande dose di creatività che vive con noi. Ha già compreso cosa si può raccontare. Ci regala momenti unici. Anche mentre ci guida nei movimenti e negli spostamenti, fa volare la nostra fantasia.


QUALCHE GIORNO DOPO...



Finalmente dal suo schermo sul mio schermo. Quando vedo il suo lavoro, fatto di scatti con una grana particolare, con il sapore della fotografia “del passato”, quella che ti viene voglia di stampare ed incorniciare, mi rendo conto di quanto il nostro incontro di poche ore sia stato intenso e pieno di scambi e di conoscenza. Un cammino comune alla scoperta di un’altra anima, quella che sta dietro ad una tastiera.


Mi riconosco perfettamente nei sorrisi, nei gesti, nelle movenze, nella mia casa. Nei colori, vivi, accesi. Quelli che mi appartengono. Mi riconosco e vedo colori anche nella malinconia del bianco e nero.



Mi riconosco e mi riconoscerò quando tra qualche tempo, forse anni, ritroverò questi scatti e ricorderò questo tempo ritrovato che ci ha regalato questa quarantena.

Non è ancora finita, il percorso sarà sicuramente lungo e ancora complicato, ma per me, questo periodo ha avuto momenti profondi, lenti, introspettivi e sinceri. Momenti che oggi, anche grazie alle testimonianza di Clara, resteranno fissati nel tempo.

Clara ha terminato la raccolta di immagini per il progetto @YOURS, ma continuerà nei prossimi giorni e secondo me anche oltre, a dare forma a questo suo racconto testimoniando l’unicità di questo momento storico che ci ha visti, ci vede e ancora ci vedrà connessi in un tempo sospeso e ritrovato che è “sentire comune”.


Grazie Clara.

[La quarantena è arrivata esattamente quando avevo la profonda necessità di recuperare le energie e di riprendermi dagli ultimi eventi turbolenti della vita.

Mi sono più volte chiesta se questo tempo non ci sia stato forse “regalato” dalla Natura che si è accorta delle nostre necessità.

Le risposte non ci sono e non ci saranno.

Sicuramente è stato un tempo pieno e profondo e non solo sospeso.

Ho avuto modo di osservare i dettagli che mi circondano, i miei spazi, la mia casa e i miei affetti. Ho sentito le mancanze.

Ho compreso di conseguenza le necessità.

Ho scoperto che molte cose che pensavo di non amare o di non tollerare più in realtà sono per me fondamentali. Ho avuto modo di guardarmi dentro.

Ho avuto modo di vivere ogni singolo giorno al tempo presente, senza progettare troppo un futuro e senza pensare al passato, imparando anche qualcosa di più rispetto a tante giornate frenetiche trascorse senza lasciarmi nulla.

Sarà la resilienza o sarà l’approccio alla vita, in ogni caso credo che questo tempo sia stato tempo “da vivere”.]

QUESTE LE MIE PAROLE PER IL PROGETTO "@YOURS".

VI LASCIO IL LINK DIRETTO PER TUTTI I RACCONTI

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