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Ho deciso di trovare il tempo per un cappuccino.


Cappuccino: “Bevanda a base di latte e caffè puro, di colore marrone.”

Il “cappuccino” può essere questo oppure molto di più.

Per me è diventato un “rito”, una “coccola”, un momento solo per me “da sola”.

Sono una delle poche italiane che non ama il caffè e tanto meno svegliarsi con il profumo del caffè. Lo bevo per circostanza, perché mi viene offerto, per restare sveglia sui libri, perché quello c’è e talvolta, per gentilezza, non si può dire no.

Viaggiando, soprattutto all’estero, conoscendo i dolci “che più dolci non si può”, ho però imparato ad apprezzare il caffè americano, che ben poco ha a che fare con l’espresso vero e proprio, ma che tanto riesce a tenere testa al mio amato tè.

E che dire del latte? Mischiato col caffè ricordava sempre la bevanda della nonna troppo amara e troppo al sapore di moka.

ph. @regina_bressa

Se tra i miei motti c’è “cambiare idea è lecito”, ecco, il cappuccino non solo rappresenta questo, ma anche il fatto che “emozionarsi è pura poesia”.

Ho iniziato una mattina di non molto tempo fa a bere un cappuccino. Non era il primo della mia vita ovviamente, ma quel giorno, sostituiva una brioches difficile da trovare senza che fosse piena di glutine. E così il cappuccino mi ha fatto compagnia un’altra mattina e un’altra ancora.

Non ricordo esattamente quando, ma ricordo che giorno dopo giorno, come in un innamoramento, mi sono incantata guardando queste tazze piene di decorazioni, disegni, cuori, foglie, scritte. Capolavori per gli occhi e delizie per il palato. E c’è il barista che ha imparato che il latte deve essere bollente e cremoso e non pieno di bolle e freddo. C’è chi sa che in cima alla tazza la bevanda deve essere di due colori. C’è chi sa che fuori dai nostri confini qualcuno lo confonde con il caffè latte o peggio ancora con una cioccolata.

C’è poi che ho capito che lo zucchero - in più o in meno - lo rende diverso e che, in ogni caso, tutte le mattine è una sorpresa, un po’ come le nuvole, che due volte identiche non saranno mai.

Il cappuccino è così diventato abitudine ed è diventato sempre più rito. Momento dedicato ad un “arimo”. Un attimo di pausa da dedicarmi prima di iniziare a mettermi in pista. Un istante per ascoltarmi, dentro. Una scelta di semplicità che può rendere bella la giornata e, perché no, anche la vita. Un momento per cui HO DECISO DI TROVARE IL TEMPO. Perché a quanto pare è vero che tutti abbiamo a disposizione lo stesso tempo. Semplicemente lo sappiamo organizzare e utilizzare in modo diverso. E quindi rappresenta anche una “scelta”.

Ecco descritto il significato del cappuccino e del “cappuccino autoimposto” che in tanti mi avete chiesto di spiegare!

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