Abbandonarsi totalmente.
Farsi guidare.
Fidarsi.
Almeno provarci.
Questo è quello che ho portato a casa da questa meravigliosa esperienza.
Grazie a Renato Gaggio di “Guida al buio” ho potuto sperimentare, in totale sicurezza, le sensazioni e le emozioni di guidare un'automobile “al buio”.
In una vettura munita di doppi pedali, viene fatta indossare al conduttore una maschera oscurata.
L’unico ausilio disponibile è la "voce guida" di un pilota istruttore certificato che, nel sedile accanto al guidatore, fornisce le indicazioni necessarie per viaggiare lungo un circuito.
Sembra semplice. La razionalità spinge a pensare che nulla possa accadere e soprattutto che nessuna paura possa arrivare: si è capaci di guidare, si è in presenza di un pilota che sa intervenire, ci si trova in un circuito protetto.
La prova, invece, sorprende. D’improvviso non solo ci si trova privi di uno dei sensi più importanti, ma si è costretti anche a fare i conti con la propria capacità di fidarsi, di farsi condurre, di perdere il controllo. Si guida facendosi guidare. E farsi guidare (anche in senso metaforico) è una abilità che varia e che dipende dal bagaglio di esperienze di ognuno di noi.
Con Guida al Buio nasce anche la GABTherapy che viene utilizzata in anteprima mondiale per aiutare a superare i blocchi psicologici, che per vari motivi non permettono l'apprendimento delle procedure di guida (la cd. amaxofobia). I singoli istruttori valutano i metodi di apprendimenti più idonei per i singoli candidati per superare attacchi di panico e stati di ansia.
Che dire, un progetto da sostenere, un’emozione da provare!
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