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Giornata della Memoria



Mio nonno era un eroe. No, mio nonno non era un eroe. Mio nonno è un eroe. Lo è ancora perché gli eroi non muoiono mai. Lo sento vivo, lo sento ancora qui. Lo sento mentre io cammino e invece lui corre forte con il cuore in gola per proteggere i suoi ideali, per difendere la sua vita, rischiandola, e per essere libero.


Mio nonno è un eroe perché, quando ero bambina, per non farmi sentire la paura, non mi ha mai raccontato quanto dolore ha provato quando i suoi fratelli cadevano, quando ne sentiva addosso il peso morto, quando, risalendo da una fossa tra cento corpi diventati anime, tratteneva le lacrime e il fiato per non farsi sentire, quando restava immobile e percosso, senza capire quella lingua e quando una buccia lo saziava e gli dava ancora una volta speranza. Forse mio nonno non aveva davvero paura. Non ne aveva perché il suo coraggio, forte e pieno, la vinceva.



Nella foto il Memoriale della Shoah, nel quartiere di Mitte, a Berlino, progettato dall’Architetto Peter Eisenman. Il monumento è formato da 2.711 stele di calcestruzzo larghe 2,375 metri e lunghe 95 centimetri ciascuna di altezza variabile tra 20 centimetri e 4 metri, posate su un pavimento che sale e scende così da creare una situazione di confusione e di perdita di orientamento come quella provata da un popolo deportato e privato della libertà.




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