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NON AVER PAURA DI SBAGLIARE


Questa storia ve la voglio raccontare dal finale. Dal momento in cui io e Jessica abbiamo deciso di pranzare in un locale diverso da quello in cui avevamo prenotato. In un locale visto per caso, in cui, entrate, d'improvviso, ci è apparso un quadro con una scritta piena di significati: NON AVER PAURA DI SBAGLIARE. Senza dire più di tanto, è bastato uno sguardo, tra noi, per capire che avevamo trovato, finalmente, il "titolo" del nostro progetto. Quel progetto che ci aveva portate in giro a Milano, per tutta la mattina, in una calda giornata di giugno (2021) insieme e insieme ai nostri T1 e T3. Quello che mi aveva fatto scattare 456 fotografie. Quello che aveva fatto mettere Jessica (Zanardo, T1, autrice del libro “La vita di un’altra”) e Alice (la mia piccola T3) in altrettante pose. Quel progetto di cui io e Jessica avevamo tanto parlato era diventato realtà. Aveva preso forma nelle ultime settimane, e aveva preso campo nelle nostre teste, invece, oltre un anno prima. Quel progetto nato proprio grazie all'esserci incontrate e grazie anche all'aver incontrato il diabete sulle nostre strade. Jessica come T1, io come T3. NON AVER PAURA DI SBAGLIARE è il messaggio importante che vorremmo portare a tutti. Ai T1, ai T3, a noi tutti con e senza T. Il racconto, con immagini e parole, dell'amore, del coraggio, della speranza, delle vittorie, delle sconfitte, delle rivincite e di quanto T1 e T3, benché diversi, siano simili tra loro.

SIGNIFICATI

Sino a qualche tempo fa non avrei saputo attribuire alcun significato a queste due "parole": #T1 #T3. Sino a qualche tempo fa non avrei saputo che cosa pensare di quel "bottone" bianco attaccato al braccio. Sino a qualche tempo fa non avrei potuto immaginare quanto potesse "andare oltre" quell'abbraccio. Vi racconto.

Dietro a quell'abbraccio ci sono amore, coraggio, presenza, condivisione. Come in ogni intesa forte. E in questo caso c'è soprattutto comprendersi, "sentirsi". Quei due bottoni bianchi non sono tatuaggi moderni, wi-fi d'emergenza, antifurti (ne ho sentite di ogni!), ma sono SENSORI GLICEMICI. Sono due per un puro caso. [Jessica non ha tolto quello "scaduto" per esigenze fotografiche]. Si tratta di un dispositivo medico che (in breve), tramite un piccolo filamento inserito sotto la pelle, permette di monitorare costantemente il livello degli zuccheri nel sangue e di agire prontamente in caso di ipoglicemia (assumendo zuccheri) e in caso di iperglicemia (somministrando insulina). Dietro le parole T1 e T3, di cui tanti mi avete chiesto il significato, c'è il diabete mellito di tipo 1. Lo so, questo è un blog di viaggi e di street art, ma io sono anche una T3, mamma di una piccola T1. 👉 T1 sono le persone con diabete 1, che non è il diabete della nonna e che non viene per aver mangiato troppi dolci. Si tratta di una patologia autoimmune per cui si deve assumere insulina quando si mangiano carboidrati (e non solo). Questo in modo molto stringato. Per spiegazioni più approfondite ci sarà tempo. 👉 T3 sono invece le persone che ruotano intorno ai T1. Sono genitori, figli, fratelli, sorelle, fidanzati, mariti, amici dei T1.

E vi dirò che in fondo T1 e T3 non sono poi così diversi! E racconto di loro perché più persone sapranno di questo "bottone" e più sarà facile, anche in caso di "necessità", intervenire!

EQUILIBRIO


Loro sono così, alla ricerca di un perfetto equilibrio. Un po' come tutti noi.

Loro sono così, in questo scatto. In bilico e in perfetto equilibrio.

Sorridenti e spensierate, ma anche (sveliamo il dietro le quinte) in punta di piedi su un muretto, tentando di non cadere, di non sbagliare. E questa immagine di queste meravigliose T1 è un po' metafora di vita.

SUPPORTO


Io scattavo le foto e lui le sussurrava qualcosa nell'orecchio. Lei con difficoltà tratteneva una risata. L'omino verde voleva sentire. Forse cercava invece di imparare. Magari le stava dando qualche suggerimento? Lei sorrideva. Rideva. Gioiva. Sicura di sé. Bella. Nella sua nuova vita. Nella "vita di un'altra" che, forse, era sempre la sua. Quella che amava alla follia, quella che le aveva fatto vivere, tra percorsi, deviazioni e colpi di scena, altre mille emozioni. Lei quella ragazza che, dopo l'esordio della mia piccola, avevo iniziato a seguire, a leggere, ad "ascoltare". Lei che con il suo vissuto mi aveva portato a capire che non siamo soli. Intorno ai T3 e ai T1 un mondo intero. Riassumo così l'importanza di confrontarsi, di supportarsi, nei momenti iniziali, nei momenti no, nei momenti di felicità. L'importanza di vedere sempre e nonostante "QUALCOSA" (e non "nonostante tutto") tutto il bello che c'è intorno. E intorno tutto il mondo a cui portare, attraverso questa storia, conoscenza.

NON AVER PAURA DI SBAGLIARE e non aver paura di chiedere. Quando c'è di mezzo il #diabete

l' I N F O R M A Z I O N E è fondamentale!


RESILIENZA


Cosa vi colpisce di questa immagine? Io, da T3, vedo innanzitutto un sensore glicemico in cui mi riconosco. Vedo poi l'eleganza, la delicatezza, la fragilità. La resilienza. In questo scatto leggo poesia e femminilità. Vedo due donne che si guardano. Due ballerine che danzano sul palcoscenico della Vita. Vedo una donna T1, di spalle, senza età. Vedo una donna, in viso, che non si nasconde. Una donna piena di colore e di sfaccettature che impara a conoscersi. Vedo il futuro che apparterrà, domani, alle piccole T1 di oggi. Futuro che probabilmente sarà ancora diverso da quello che è oggi il futuro che si ipotizzava ieri. Un futuro quasi sicuramente più semplice. Un futuro in cui tutti noi che abbiamo a che fare con il #diabete - da genitori, da figli, da amici, da pazienti, da medici, da insegnanti, etc. - avremo meno paura di sbagliare. Perché avremo imparato, perché avremo "scoperto" tramite la ricerca. Perché avremo ancora più coraggio di oggi.

SIMILITUDINI

Un bosco verticale che nasconde balconi, stanze, storie, complessi regolamenti condominiali. Un bosco pieno di vita e così simile ad una ragazza apparentemente spensierata. Una ragazza che sul braccio ha un sensore glicemico. E da quel sensore, attraverso un cellulare, si scoprono colori, suoni, numeri. E da quei risultati nascono valutazioni, scelte, preoccupazioni. Similitudini, forse metafore. La vita di chi convive con il diabeteT1 è anche questa. Scelte rapide durante le ipoglicemie e le iperglicemie. Scelte piene di responsabilità per genitori, per figli, per amici, per se stessi. La tecnologia ha rivoluzionato il modo di vivere dei diabetici e dei T3. La vita è indubbiamente più semplice rispetto ad anni fa e sono certa che lo sarà sempre di più. I tanti pensieri (a volte pesanti a volte leggeri) in ogni caso ci fanno compagnia e decidiamo di raccontarli per condividere una realtà di cui si dice poco, ma che solo grazie all'INFORMAZIONE potrà essere più "leggera".

In frame @lavitadiunaltra diabetica T1 con il suo personal T3 @lopsicologoinbicicletta durante una misurazione glicemica. Nicola avvicina il cellulare al sensore e, dopo il responso, ogni volta un'emozione. Mi riconosco in quel T3 che sa dare un significato ai numeri. Osservo con fiducia questa T1 che sa capire da sola anche i segnali del proprio corpo. 👉 Come è questa patologia vista da un genitore? Come è osservata dal diabetico? E da un compagno di vita? Come è scoperta da bambini? E da adulti? Cosa è con queste brevi spiegazioni per chi non la conosce? Tante le domande e bello scoprire che non si è soli e non si è poi così diversi.


NON AVER PAURA DI SBAGLIARE termina qui, con queste immagini che sanno di speranza, di felicità, di spensieratezza.

L'immagine di una coppia che abbraccia serena il proprio futuro con energia.


L'immagine di una ragazza (sono due lo so), ma per me è la stessa, da piccola, da adulta. Corre incontro al proprio futuro. Abbraccia la vita. E qualsiasi sia la sua meta, durante il percorso sbaglierà, cadrà, si farà male, ma si rialzerà e non avrà più paura di sbagliare.


La complicità di chi si conosce, si riconosce, si tiene per mano. Grazie a chi ha è arrivato sino in fondo a questa pagina in cui io e Jessica abbiamo raccontato il diabete visto dal punto di vista di un T1 e di un T3. Grazie a chi ci ha supportato e in particolare a @lopsicologoinbicicletta , @unmondoinminiatura e alla mia piccola Alice. Grazie alla meravigliosa Milano che ci ha fatto da cornice. Ricordate, anche nel vostro piccolo, T1, T3 o senza alcuna T, non abbiate paura di sbagliare. In fondo “Quelli che non sbagliano mai perdono molte occasioni per imparare qualcosa.”










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